Cerca
In programma nei giorni:
ven 16 gen 2015 ore 21:00
sab 17 gen 2015 ore 21:00
dom 18 gen 2015 ore 16:30
dom 18 gen 2015 ore 21:00
sab 24 gen 2015 ore 21:00
sab 17 gen 2015 ore 21:00
dom 18 gen 2015 ore 16:30
dom 18 gen 2015 ore 21:00
sab 24 gen 2015 ore 21:00
regia
Alessandro Siani
cast
Alessandro Siani, Fabio De Luigi, Ana Caterina Morariu, Serena Autieri, Giovanni Esposito, Maria Del Monte, Paolo Triestino, Benedetto Casillo, Massimiliano Gallo, Mimmo Manfredi, Francesco Procopio, Tommaso Bianco, Giacomo Rizzo
durata
110
nazione
Italia
uscita
1 gennaio 2015
genere
Commedia
distribuzione
01 distribution
produzione
Film d'essai:
--
altre info su
Dopo il travolgente successo de Il principe abusivo Alessandro Siani torna alla regia con Si accettano miracoli la storia di tre fratelli separati da tanti anni che dopo molto tempo si ritrovano, grazie a un miracolo che li cambierà.
C’era una volta Fulvio (Alessandro Siani), tagliatore di teste senza scrupoli di una nota multinazionale, che dopo aver fatto piazza pulita dei rami secchi dell’azienda viene a sua volta licenziato. La sua reazione non esattamente composta gli costa cara: un mese di servizi sociali da scontare nella casa famiglia di suo fratello Don Germano (Fabio De Luigi), parroco di un piccolo borgo del sud d’Italia. Da manager consumato e scaltro qual è, Fulvio non ci mette molto a capire che per aiutare suo fratello, i bambini e il paese c’è bisogno di un vero e proprio “miracolo”. E quindi, all’insaputa di tutti, se ne inventa uno..
Fulvio è l’unico dei tre fratelli Canfora ad aver lasciato il paese d’origine per andare a lavorare in città. Vicecapo del personale in una grande azienda licenzia senza rimorsi fino a che non è lui stesso ad essere licenziato e, dopo essere finito in carcere per aver picchiato il proprio superiore, viene affidato al fratello, da anni parroco del paese in cui sono cresciuti. Costretto in un luogo lontano da ogni modernità Fulvio decide di aiutare la chiesa locale in crisi di fondi inventandosi un miracolo: fa credere a tutti che la statua del santo piange. Accorrono così turisti e pellegrini riempiendo le tasche degli esercizi locali fino a che il Vaticano non decide di mandare qualcuno a certificare l’evento, momento in cui Fulvio dovrà confessare la truffa e tutto il paese si armerà per convincere gli inviati della Santa Sede della veridicità del miracolo inventato.
C’è di nuovo un piccolo paesino in cui rifugiarsi dall’orrore della metropoli in questa commedia italiana, un luogo in cui il tempo sembra fermo, in cui la modernità è bandita e quindi un’altra vita è possibile, più autentica e più sincera, regolata dai ritmi della parrocchia e dalla buona parola di un prete invece che dalle logiche del business e del consumismo. Ancora una volta l’Italia migliore, il luogo ideale in cui vivere, è quello che coincide con il passato, con ciò che eravamo o meglio che ci piace pensare di essere stati. Si accettano miracoli non nega, in nessun momento, la sua natura favolistica, lo stesso appare perfettamente in linea con il rifiuto della modernità e la sua identificazione con il male assoluto che regge le commedie di buoni sentimenti nostrane, quel pensiero per il quale la provincia (possibilmente meridionale) è un anfratto che comicamente resiste alla tecnologia e all’organizzazione di massa e che di conseguenza, nonostante le divertenti assurdità derivate da quest’emarginazione, custodisce i veri valori.
Dopo Il principe abusivo ancora una volta Alessandro Siani scrive, recita, dirige e cura tutti i comparti del film (in questo caso molta attenzione è andata ai costumi). Come nelle produzioni live action anni ’60, ’70 e ’80 della Disney, Siani prende l’ambientazione delle fiabe (questa volta è il tipico borgo e la comunità adorabile pronta a prendersi da sè il tanto atteso riscatto) e ne piega i confini per farci entrare un po’ di modernità e plausibilità, eliminando la magia. In più inietta il presenzialismo del comico tipico delle commedie para-televisive italiane (un vero e proprio sole attorno a cui tutto gira e che illumina ogni gag con la sua presenza o anche solo con i suoi piani d’ascolto). Ciò che manca, rispetto al modello originale, è però la fattura, ovvero la capacità di narrare una storia per immagini montate tra loro con la fluidità necessaria a rendere piacevole anche una trama semplice.
Come ne Il principe abusivo, Alessandro Siani punta in basso, non cerca molti livelli di lettura e usa la tenerezza dei bambini e la dolcezza dei sorrisi; mancano però le caratteristiche fondamentali del genere ovvero il ritmo, la fluidità del racconto, il meccanismo ad incastro della sceneggiatura e una certa agilità nel maneggiare toni e situazioni. Siani propone il dolce amore tra uno spietato tagliatore di teste di città convertito in simpatico truffatore di paese e una chapliniana fioraia cieca senza la delicatezza che simili abusati stereotipi richiederebbero. Fa sbocciare il sentimento in un paio di scene ma poi non si prende la briga di cercare di convincere lo spettatore che esiste qualcosa di reale tra questi due esseri umani.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 12 gennaio 2015 .