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regia
Alfonso Gomez-Rejon
cast
Thomas Mann, RJ Cyler, Olivia Cooke, Nick Offerman, Jon Bernthal, Connie Britton, Bobb'e J, Thompson, Molly Shannon, Matt Bennett, Katherine C,Hughes, Chelsea T, Zhang, Mike Walker
durata
104
nazione
USA
uscita
10 dicembre 2015
genere
Drammatico
distribuzione
20th Century Fox
produzione
Film d'essai:
Si
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E’ la storia divertente e commovente di Greg, un liceale che cerca di mimetizzarsi evitando relazioni profonde, come strategia di sopravvivenza in quel campo minato che è la vita sociale dei teenagers. Greg descrive persino il suo costante compagno Earl, con il quale realizza cortometraggi-parodia di classici del cinema, più come un collega che come il suo migliore amico. Ma quando sua madre (Connie Britton) insiste affinché lui passi del tempo con Rachel, una compagna di scuola recentemente colpita da un cancro, Greg scopre pian piano quanto valore può avere un vero legame di amicizia.
Greg è un ragazzo di talento ma incapace di relazionarsi con il prossimo. Preferisce sfuggire la profondità nei rapporti e crogiolarsi nella sua eterna adolescenza insieme a Earl, il suo migliore amico, da lui definito solo “collega”. Quando la madre di Greg lo costringe a far compagnia a Rachel, una ragazza del suo liceo malata di leucemia, le barriere emozionali di Greg cominciano lentamente a crollare, lasciando spazio a un’inaspettata maturità.Il tema principale del secondo film di Alfonso Gomez-Rejon (un passato come assistente di Scorsese e Iñárritu, un debutto nell’horror), ossia il confronto con l’indicibile dolore della malattia terminale in età giovanile, porta inevitabilmente Quel fantastico peggior anno della mia vita a misurarsi con altri titoli cult di un sottogenere particolarmente gremito nel recente cinema indipendente americano. Prima Gus Van Sant con il mélo di L’amore che resta, poi la rielaborazione sotto forma di commedia di 50 e 50 e infine Colpa delle stelle, l’incredibile successo young adult tratto dal best-seller di John Green, hanno prepotentemente messo il cancro e il tema della morte al centro del romanzo di formazione adolescenziale. A condizionare, nel bene e nel male, Quel fantastico peggior anno della mia vita è la consapevolezza di non arrivare per primo. O meglio, è la consapevolezza tout court, a 360°. Quella di una sceneggiatura – scritta da Jesse Andrews, autore del romanzo da cui il film è tratto – così ricca di freddure da colto umorismo Sundance, da risultare incontenibile e forse ingestibile nei binari della narrazione. I movimenti di macchina inconsueti e arditi, i dialoghi velocissimi e ricchi di citazioni e la cinefilia strabordante, che sfocia nella gag delle parodie dei classici d’autore girate da Greg e Earl (con più di un debito verso Be Kind Rewind – Gli acchiappafilm), conducono il film di Gomez-Rejon su un piano di metatestualità così esasperato da distaccarsi irrimediabilmente rispetto al testo effettivo. Proprio come il suo protagonista Greg, pervicacemente cinico e immaturo, Quel fantastico peggior anno della mia vita fatica ad andare oltre la sagace strizzata d’occhio rivolta a un preciso target (il film trionfa al Sundance Film Festival), chiudendo definitivamente le spalle alla chance di comunicare con la maggioranza del pubblico. Se 10 cose che odio di te e (500) giorni insieme – da cui Gomez-Rejon riprende l’uso della voce narrante e il comandamento di non raccontare una storia d’amore – riuscivano a utilizzare l’arguzia nerd per impreziosire una storia convenzionale, la tragi-commedia mumblecore degli anni Dieci sembra porsi pervicacemente al di sopra della materia, stabilendo una gerarchia inversa tra contorno e sostanza. I comprimari Earl e Rachel finiscono così per risultare molto più interessanti del protagonista, ma rimangono confinati sullo sfondo, semplici proiezioni del pensiero debole del punto di vista dominante. Earl esiste per mostrare un minimo di saggezza da orgoglio black e insegnare a Greg il valore dell’amicizia, Rachel si ammala gravemente e solo così può legarsi a Greg e instillargli un po’ di maturità, permettendogli di spiccare quel salto troppo a lungo rimandato. Una costruzione diseguale, a tratti irresistibile e a tratti irritante, che giunge all’inevitabile climax dopo aver smarrito per strada le intuizioni migliori, in un rifiuto autolesionistico di una presunta e forse temuta convenzionalità.Tecnicamente ineccepibile – fotografia di Chung Chung-hoon, prediletto da Park Chan-wook, e musiche di Brian Eno – Quel fantastico peggior anno della mia vita vive di frammenti memorabili e sembra possedere tutte le note giuste, ma senza riuscire a strutturarle in una partitura che si dimostri convincente e longeva.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 4 marzo 2016 .