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regia
Massimo Donati
cast
Lorenzo Richelmy, Fabrizio Rongione, Fabrizio Ferracane, Eric Godon, Galatéa Bellugi
durata
95
nazione
Italia
uscita
16 marzo 2023
genere
Thriller
distribuzione
Master Five Cinematografica
produzione
Film d'essai:
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altre info su
Diario di Spezie, film diretto da Massimo Donati, racconta la storia di Luca (Lorenzo Richelmy), un cuoco ed esperto di spezie, e di Andreas (Fabrizio Ferracane), noto restauratore di opere fiamminghe. I due provengono da ambienti e mondi totalmente opposti tra loro e sono anche caratterialmente distanti; infatti, Luca è un ragazzo introverso, riservato e un po’ impacciato, a differenza di Andreas, che conduce una vita più mondana ed è un uomo molto sicuro di sé.
L’incontro tra i due porta il cuoco a riflettere sulla sua carriera e a credere che finalmente sia giunto il momento per cambiare vita. Finora il ragazzo ha lavorato in un ristorantino di provincia, che gli permette di avere uno stipendio e di condurre un’esistenza pacata, ma questo impiego non gli dà la possibilità di evolvere professionalmente. Convinto che sia ora di cambiare, Luca abbandona il suo vecchio lavoro per seguire Andreas, ma ignora che quest’ultimo nasconda grandi segreti e un passato oscuro. Nel corso del viaggio che li condurrà in Germania, Luca scrive nel suo diario, dove da sempre raccoglie ricette e informazioni sulle spezie, i suoi pensieri nella speranza di mantenere la sua lucidità.
Luca Treves è uno chef tanto famoso quanto chiuso e riservato come carattere. Viene contattato da Andreas Dürren Fischer, un importantissimo restauratore di quadri fiamminghi. La richiesta è tanto semplice quanto particolare: Luca lo deve accompagnare in un giro di incontri professionali che lui ha già fissato. Avrà così modo di fare la conoscenza con delle realtà di alto livello che gli potranno far compiere un salto in avanti nel mondo della ristorazione. Parallelamente l’ispettore capo Garrant, che ha subìto in passato la sparizione della figlia, sta indagando su un giro di rapimenti di minori dietro il quale c’è una mente organizzatrice tanto acuta quanto perversa. La chiamano De Ober, L’Oste.
Anzi, forse è meglio accostarsi al romanzo solo dopo aver visto il film, per non privare la visione dell’apprezzamento per la cura ai dettagli. Una cura che lo sguardo di un – finora apprezzato – sceneggiatore ha saputo offrire allo spettatore. A partire dall’utilizzo della luce naturale che mostra gli abissi più cupi dell’animo umano, immersi spesso nella luminosità di una natura che assiste agli eventi senza parteciparvi anzi, semmai, andando in controtendenza.
Va aggiunta subito, come premessa, una constatazione che nel corso di questi anni, a partire dalla letteratura nordeuropea, si va facendo sempre più evidente. I romanzi di valore (e i film che ne sono stati tratti) nell’ambito del genere cosiddetto ‘giallo’ sono in grado di fornirci letture della società contemporanea, talvolta più profondi e arricchenti di molti saggi sociologici. Il libro di Donati è andato nelle librerie nel 2013. Sono trascorsi 10 anni da allora e spesso, una troppo lunga macerazione di un’opera conduce ad esiti artificiosi e freddi sul grande schermo. Non è quello che è accaduto a questo film che, grazie alla sceneggiatura a quattro mani con Alessandro Leone, e ad un cast di attori assolutamente azzeccato raggiunge gli obiettivi.
I quali sono molteplici perché non ci si limita ad affrontare, con la giusta dose di suspense, la classica domanda su quali ragioni reali stanno dietro alla richiesta di Andreas a Lucas lavorando in parallelo sull’indagine di Garrant, che già ci suggerisce precisi collegamenti. Quello che maggiormente attrae l’attenzione di chi guarda è il gioco perverso dell’uno nei confronti dell’altro che non resta mai su un piano superficiale ma progressivamente affonda le proprie radici nelle tenebre di un animo che si fatica a definire umano ma che purtroppo lo è.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 27 settembre 2023 .