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regia
Sabina Fedeli, Anna Migotto
cast
Helen Mirren, Martina Gatti, Arianna Szöréni, Sarah Lichtszesin-Montard, Helga Weiss, Andra Bucci, Tatiana Bucci, Michael Berenbaum, Aviv Hochbaum, Marcello Pezzetti, Nathalie Zajde, Yves Kugelmann, Ronald Leopold, Alain Granat, Fanny Hochbaum, Thal Hochbaum, Omer Hochbaum, Laura Giovanella, Simon Daval, Laurent Montard
durata
92
nazione
Italia
uscita
11 novembre 2019
genere
Docu-fiction
distribuzione
Nexo Digital
produzione
3D Produzioni, Nexo Digital
Film d'essai:
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altre info su
#Annefrank. Vite parallele, film diretto da Sabina Fedeli e Anna Migotto, è un documentario dedicato ad Anne Frank, la vittima del nazismo nata a Francoforte il 12 giugno 1929, che quest’anno avrebbe compiuto 90 anni. Le pagine del suo diario, che hanno raccontato la tragedia dell’olocausto, ci dicono tanto anche sull’adolescente rinchiusa ad Auschwitz. Anne voleva diventare una scrittrice e sperava di uscire il prima possibile da quell’incubo che era diventata la sua vita.Come sarebbe la vita di Anne oggi, se fosse ancora viva? Cosa avrebbe raccontato la sua penna da scrittrice? E che avrebbe pensato del rinascente antisemitismo? Non possiamo dare una risposta a queste domande, ma un’affermazione possiamo farla con certezza: con le sue parole Anne è diventata un simbolo per tutti quei ragazzi che s’interfacciano per la prima volta con uno dei capitoli più tragici della storia contemporanea.È il Premio Oscar Helen Mirren a leggere le pagine del suo diario direttamente dalla camera del rifugio segreto di Amsterdam, in cui Anne è rimasta nascosta per due anni. La sua storia si intreccia con quella di altre cinque donne sopravvissute alla Shoah, che coraggiose, come lei, non hanno messo da parte la voglia di vivere, nemmeno davanti gli orrori del nazismo.
Dal campo di concentramento, oggi centro di documentazione di Bergen-Belsen, in Germania, dove si trovano le tombe di Anne Frank (1929-1945) e di sua sorella Margot (1926-1945), Katerine, una ragazza con lo smartphone a portata di mano, parte per un viaggio in solitaria che toccherà i luoghi della memoria ebraica e alcune capitali d’Europa, in dialogo costante con il diario che l’adolescente scrisse in un rifugio di Amsterdam, prima di essere deportata e finire i propri giorni in quel campo. In parallelo, su un set che riproduce fedelmente la stanza di Anne, l’attrice Helen Mirren legge alcuni passi del celebre Diario, commentandolo e integrandolo con ulteriori informazioni. Tra questi due piani, corrono le interviste a cinque sopravvissute, tuttora in vita, ai campi di concentramento e sterminio nazisti: Arianna Szörenyi (1933), Sarah Lichtsztejn-Montard (1928), Helga Weiss (1929, già autrice di Il diario di Helga. La testimonianza di una ragazza nei campi di Terezín e di Auschwitz) e le sorelle Andra e Tatiana Bucci (1937 e 1939). Sono accomunate dall’essere all’incirca coetanee di Anne Frank. Altre interviste a discendenti di perseguitati, storici e specialisti completano il discorso.A 90 anni dalla sua nascita, come si può trovare una forma cinematografica inedita che trasmetta l’eredità di un simbolo della shoah come Anne Frank? Una ragazzina il cui volto è così iconico da essere stato utilizzato nel 2017 dalla tifoseria della Lazio per stampare adesivi antisemiti da far circolare allo stadio? Bisogna raccogliere i racconti dei testimoni oculari, certo. Come per esempio fa, da un quarto di secolo, la USC Shoah Foundation di Steven Spielberg. Necessario anche non smettere di far circolare le immagini dell’orrore, arrivate paradossalmente a noi grazie agli stessi esecutori dei crimini (“è il genocidio più documentato della storia”, ricorda nel film lo studioso Michael Berenbaum). Ma è cruciale anche saper avvicinare i coetanei di Anne Frank oggi alle sue emozioni, esperienze, valori. Alla sua eccezionale resistenza all’avanzare della violenza. Sono obiettivi tutti molto chiari a Sabina Fedeli e Anna Migotto, autrici di questo film stratificato e documentatissimo, con finalità molteplici e ampi orizzonti: mettere a frutto la lezione della storia, ricordare i fatti ma sa anche attualizzare il più grande genocidio del ventesimo secolo, mettendolo a confronto con la montante paura del diverso e fenomeni di discriminazione e odio razziale più recenti. Fa rivivere la voce coraggiosa e nonostante tutto ottimista, lo spirito di osservazione e la consapevolezza di una ragazzina particolarmente intelligente e curiosa della vita. Un patrimonio fortunatamente tuttora ben conservato (coproduce il film l’Anne Frank Fonds Basel, fondazione nata nel 1963 per volere del padre Otto, che dopo la guerra si è deciso a pubblicare il suo Diario ritrovato).
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 20 novembre 2019 .