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In programma nei giorni:
ven 13 dic 2024 ore 21:00
sab 14 dic 2024 ore 21:00
dom 15 dic 2024 ore 21:00
sab 14 dic 2024 ore 21:00
dom 15 dic 2024 ore 21:00
regia
Gabriele Salvatores
cast
Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro, Antonio Guerra (I), Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro, Tomas Arana, Antonio Catania, Anton Alexander, Lorenzo McGovern Zaini, Katie McGovern, Alexander Brooks, Alexander Mannara, Bruce McGuire, David Kirk Traylor, Niccolò Besio, Nikolay Moss, Yonv Joseph, Ivan Castiglione
durata
124
nazione
Italia
uscita
21 novembre 2024
genere
Drammatico
distribuzione
produzione
Film d'essai:
--
altre info su
Napoli – New York, il film diretto da Gabriele Salvatores, si svolge nell’immediato secondo dopoguerra.
Siamo a Napoli, nel 1949, Celestina (Dea Lanzaro) è una bambina povera. La sua casa è stata distrutta dai bombardamenti e lei ha perso quel poco che aveva. Sua zia Amelia non è più in grado di occuparsi di lei, sua sorella Agnese è andata a vivere in America e suo fratello Sasà non fa altro che mettersi nei guai.
L’unica persona di cui si fida è Carmine (Antonio Guerra), un ragazzino scapestrato ma buono. I due cercano insieme il modo di tirare avanti come meglio possono, sostenendosi a vicenda.
Un giorno, un marinaio americano che si sta imbarcando per New York, chiede a Carmine di sbarazzarsi di un cucciolo di giaguaro promettendogli una ricca ricompensa. Ma quando l’uomo parte senza pagarlo, il bambino e Celestina lo inseguono e finiscono sul piroscafo che li porterà Oltreoceano.
Sbarcati a Ellis Island, ai due non resta che trovare il modo di costruirsi una nuova vita…
Napoli, 1949. Un rombo assordante, e la casa dove la piccola Celestina abitava non c’è più. Con la casa se ne è andata anche la zia della bambina, che è orfana e ha visto partire la sorella maggiore Agnese per la lontana America insieme allo yankee che ha promesso di sposarla. L’unico amico rimasto alla bambina è Carmine, un ragazzino un po’ più grande di lei che vive di espedienti per le strade di Napoli. Carmine incontra George, un gigantesco cuoco afroamericano che lavora su una nave della Marina degli Stati Uniti. Carmine e Celestina finiranno su quella nave diretta a New York, dove la bambina spera di ritrovare la sorella, ma una volta arrivati all’indirizzo indicato da Agnese non la troveranno e intraprenderanno una serie di avventure che coinvolgeranno anche il commissario di bordo della nave Domenico Garofalo, una sorta di Mangiafuoco burbero ma dal cuore tenero.
La storia però pare adatta soprattutto al palato statunitense, poiché Napoli-New York ribadisce tutti gli archetipi (e talvolta gli stereotipi) sia sull’Italia che sull’America di fine anni ’40 più graditi al pubblico d’oltreoceano.
Tutto ciò che è raccontato in Napoli-New York potrebbe avere un’angolazione più originale, ma Salvatores perde l’occasione di lasciare più spesso una zampata irriverente come l’unica che chiude il film, e che ci fa desiderare che Napoli-New York avesse come trama il concetto, ben enucleato dalla canzone finale, secondo cui “nu guaglione nun se vende ‘a dignità”, e avrebbe potuto raccontare con più “cazzimma” la storia di un Lucignolo nella Terra delle opportunità, dotato di quel tanto di insolenza e refrattarietà alle regole del Nuovo Mondo che avrebbe funzionato da granello nel perfetto ingranaggio dell’American Dream.
Ci sono comunque molte cose buone in Napoli-New York: la regia sicura e competente di Salvatores, la sua abilità nel dirigere i giovanissimi (bravi e intensi Dea Lanzaro e Antonio Guerra), l’estrema cura formale, i colori del sogno americano, il montaggio secco di Julien Panzarasa, la fotografia vintage di Diego Indraccolo (new entry nella squadra Salvatores), e una colonna sonora di brani utilizzati come supporto narrativo che mette insieme Jimmy Durante e la Nuova compagnia di canto popolare. Ottimi, secondo il registro della favola, l’interpretazione di Pierfrancesco Favino e lo strepitoso cammeo di Antonio Catania nei panni del direttore di un quotidiano per la comunità italiana a New York.
Ma si sente molto anche una compiacenza che Fellini avrebbe evitato, una strizzatina d’occhio a C’era una volta in America) e un’altra ai movimenti femministi (inserendo un accenno di violenza domestica per giustificare una vendetta personale), un omaggio a Titanic e un altro a West Side Story (via Tom Waits). Da Gabriele Salvatores ci aspettavamo, anche in un “racconto di Natale”, la capacità di innovazione e l’anticonformismo mostrati, ad esempio, ne Il ragazzo invisibile e in Io non ho paura, per citare altri suoi film con giovanissimi protagonisti.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 2 dicembre 2024 .