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regia
Paolo Virzì
cast
Helen Mirren, Donald Sutherland, Christian McKay, Janel Moloney, Dana Ivey, Dick GregoryKirsty Mitchell, Robert Walker Branchaud, Joshua Mikel, Leander Suleiman, Raul Colon, Robert Pralgo, Lindsey Mose
durata
112
nazione
Italia, Francia
uscita
18 gennaio 2018
genere
Drammatico
distribuzione
01 Distribution
produzione
Film d'essai:
Si
giudizio CNVF
altre info su
The Leisure Seeker è il soprannome del vecchio camper con cui Ella e John Spencer (Helen Mirren e Donald Sutherland, diretti da Paolo Virzì, al suo primo film in lingua inglese) andavano in vacanza coi figli negli anni Settanta. Una mattina d’estate, per sfuggire ad un destino di cure mediche che li separerebbe per sempre, la coppia sorprende i figli ormai adulti e invadenti e sale a bordo di quel veicolo anacronistico per scaraventarsi avventurosamente giù per la Old Route 1, destinazione Key West. John è svanito e smemorato ma forte, Ella è acciaccata e fragile ma lucidissima, insieme sembrano comporre a malapena una persona sola e quel loro viaggio in un’America che non riconoscono più – tra momenti esilaranti ed altri di autentico terrore – è l’occasione per ripercorrere una storia d?amore coniugale nutrita da passione e devozione, ma anche da ossessioni segrete che riemergono brutalmente, regalando rivelazioni sorprendenti fino all’ultimo istante. A distanza di quindici anni dalla prima esperienza, Paolo Virzì torna ad attraversare l’Atlantico e a girare negli Stati Uniti. Ma questa volta, al contrario di quanto era stato per My Name is Tanino, non lo fa con un soggetto originale e una storia, tutto sommato, “italiana”: Ella & John – The Leisure Seeker, è il vero film “americano” del regista livornese, basato sul romanzo del 2009 di Michael Zadoorian “In viaggio contromano”, edito in Italia da Marcos y Marcos. Virzì ha adattato il libro assieme a collaboratori abituali come Francesco Piccolo, Francesca Archibugi e quello Stephen Amidon che gli aveva ispirato Il capitale umano con l’omonimo romanzo e che già in quell’occasione fu un co-sceneggiatore.
Il Leisure Seeker è il vecchio camper con cui, negli anni Settanta, John e la moglie Ella trascorrevano le vacanze con i due figli. Nonostante un principio di demenza senile, lui, e un prossimo ricovero già concordato per lei, i due decidono di regalarsi un’ultima vacanza, rispolverando l’automezzo di famiglia. Senza dire nulla ai figli, partono da Boston verso Key West alla volta di quella che fu la casa di Ernest Hemingway, percorrendo la Route One.
Il primo film americano di Paolo Virzì è un road movie dalla traiettoria atipica, non un coast-to-coast ma un meno impegnativo spostamento da nord a sud a stretto contatto con la costa atlantica. Virzì intelligentemente rinuncia a confrontarsi con il mito, evitando di cadere nello stereotipo dell’archetipo, che per un europeo significherebbe inevitabilmente cinema americano. Un immaginario che si è radicato, film dopo film, imponendosi come un’epica moderna e da cui è difficile prescindere se si decide non solo di girare – da europeo – un film negli States, ma ancor di più se si decide di girare on the road. Così, esclusa la Route 66, l’avventura si dipana sulla highway che si scalda progressivamente verso la Florida, alzando di fatto la temperatura nel camper vintage dei due anziani in fuga d’amore.
Ella & John – The Leisure Seeker è la storia di un dispetto assaporato fino in fondo da una coppia che non vuole abdicare, resistente nonostante la vecchiaia sia ben più che un’ipotesi. Convinti entrambi di doversi amare fino all’ultimo giorno di vita insieme, sfidano medici e figli che li vorrebbero separare in due ricoveri differenti a due passi dalla morte. Quando si dice che l’istinto di conservazione (dei figli) diventa accanimento terapeutico, perdendo di vista l’essenziale: non la quantità dei giorni che rimangono, ma la qualità interessa a Ella e al marito John.
Liberamente ispirati dal romanzo di Michael Zadoorian The Leisure Seeker, Virzì e il suo nutrito team di sceneggiatori – tra cui Francesco Piccolo e Francesca Archibugi, coadiuvati da un altro romanziere, Stephen Amidon (autore di Human Capital, alla base de Il capitale umano) – non tentano un film americano a tutti i costi, raccontando, come paice all’autore livornese, la fragilità dell’essere umano senza costruire sublimi metafore con paesaggi sconfinati, consapevoli di dover mettere la regia a servizio di una vicenda intima. Dunque sceneggiatura di dialoghi perfetti con un occhio al naturalismo, interpretata da due attori superbi (Donald Sutherland e Helen Mirren) capaci da soli di mettere in cassaforte il film. Sutherland nei panni di John – ex insegnante di letteratura, amante di Hemingway e Joyce, con principio di Alzheimer (mai esplicitato) – tiene a freno un personaggio comico e malinconico: passa da un registro all’altro con naturalezza e diventa struggente. Mirren gli fa da spalla per metà film e si prende la scena totalmente sul finire, quando la memoria vacillante di lui riporta alla luce un episodio a lei sconosciuto, sconvolgente, e che la porterà a tirare un bilancio delle loro vite (a proposito, il trailer racconta sin troppo, lettori avvisati..).
Certo, difficile trovare l’originalità in un plot del genere: nonostante uno scenario poco frequentato dal cinema d’oltreoceano, le tappe del viaggio a due sono meno sorprendenti della fuga altrettanto pulsionale ma sicuramente più schizofrenica che vedeva protagoniste Ramazzotti e Bruni Tedeschi in La pazza gioia. L’incontro con lo sbirro, i vicini di tenda, le preoccupazioni dei figli, sono echi di storie già viste, ma il risultato finale funziona. Il film ha i tempi giusti, diverte ed emoziona. E soprattutto non è il racconto di un regista italiano gonfio di boria che sventola il suo film americano.
Commento tratto da www.cinequanon.it - Scheda pubblicata il 29 gennaio 2018 .