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regia
Marco Manetti, Antonio Manetti
cast
Rocco Papaleo, Blaise Afonso, Giulia Maenza, Lisa Do Couto Teixeira, Max Mazzotta, Massimo De Lorenzo, Gianfelice Imparato, Massimiliano Bruno, Guglielmo Favilla, Aurora Calabresi, Claudia Gerini, Vincenzo Scuruchi, Massimo Galante, Salvatore Costa (II)
durata
120
nazione
Italia
uscita
20 marzo 2025
genere
Commedia
distribuzione
01 Distribution
produzione
Film d'essai:
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altre info su
U.S. Palmese, il film dei Manetti Bros., si svolge in Calabria e vede al centro della vicenda la Palmese, squadra di calcio di Palmi (Reggio Calabria).
Un tifoso (Rocco Papaleo), propone alla società calcistica di ingaggiare un campione francese, Etienne Morville, ex giocatore del Milan. Morville è stato cacciato dalla squadra lombarda all’apice della carriera, principalmente a causa del suo caratteraccio.
In pieno declino personale e professionale, vive un periodo di disagio molto profondo. L’offerta della Palmese, resa possibile da una colletta fatta dagli abitanti della città, sarà per lui l’occasione di un riscatto che gli restituirà la passione per il calcio.
Milano. Etienne Morville è un calciatore francese tra i più forti al mondo ma ha un pessimo carattere. In campo si nota più per le risse che le giocate con i suoi numeri ‘alla Houdini’, fuori dal campo invece si mette spesso nei guai. Dopo essere diventato bersaglio social dopo aver offeso una tiktoker e accusato di ‘body shaming’, viene messo fuori squadra. La sua popolarità è ai minimi termini e il suo agente non sa più che fare. Da Palmi, un comune in provincia di Reggio Calabria, arriva intanto una folle proposta. Don Vincenzo, un geniale agricoltore in pensione, organizza una raccolta fondi per ingaggiarlo e risollevare così le sorti della squadra locale, l’U.S. Palmese, cercando di coinvolgere i 18.000 abitanti. Morville così arriva sul posto per rilanciare la sua immagine e fa i conti con una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui è abituato. All’inizio è come smarrito e gioca male. Poi inizia gradualmente ad ambientarsi e la sua presenza diventa determinante per il rilancio della squadra.
Possono apparire come i momenti più costruiti del film, quasi forzati per la continua interruzione del gioco, in cui alle azioni si sovrappongono spesso i pensieri divertentissimi dei difensori che devono affrontare Morville (come quello che riuscirà a sposare la ragazza che ama se riesce a fermarlo) o le loro storie (il calciatore che non fa passare nessuno, neanche l’anziana signora al seggio elettorale).
Ci sono acrobazie alla Shaolin Soccer, movimenti che potrebbero arrivare anche dalla trilogia di Diabolik, deformazioni così vistose ma anche consapevolmente stonate in questa folle favola dei cineasti che portano sullo schermo una storia di caduta e redenzione, in cui il ritmo della vita nei diversi luoghi sembra andare a velocità diverse.
Dai locali alla moda di Milano si passa ai tempi dilatati di Palmi dove, quasi effetto Harold Ramis alla Ricomincio da capo, tutte le giornate cominciano quasi sempre allo stesso modo: lo spazzino che carica la camionetta, il fruttivendolo che apre il negozio, il carabiniere che porta il caffè ai colleghi. Proprio dalla finestra della stanza dell’albergo di Morville coincide lo sguardo tra il calciatore e il cinema dei Manetti, capace ancora di sovvertire i generi come il film sportivo, di giocarci e combinarli con lo spirito di una commedia italiana anni ’50 dove il luogo e i suoi abitanti diventano loro stessi l’anima del racconto. Dall’ottimo Rocco Papaleo nei panni di Don Vincenzo, al dotto professor Macrì incarnato da Gianfelice Imparato, fino al macellaio Rocco Zampogna e il mister Mimì Bagalà interpretati rispettivamente da Massimiliano Bruno e Max Mazzotta, ad ogni personaggio viene lasciato il giusto spazio all’interno della storia.
Tra questi va aggiunta anche la rivelazione Giulia Maenza nel ruolo di Concetta, la figlia di Don Vincenzo. Ed è proprio Morville che apre gli occhi a Don Vincenzo contribuendo a rendere più autentico e sincero il suo rapporto con la ragazza. Anche se U.S. Palmese è meno convincente di altri film dei Manetti Bros., mantiene quell’illusione fantasy come in gran parte dei film dei due registi, a cominciare da Ammore e malavita.
Le tante belle intuizioni possono apparire sconnesse e il film sconta a tratti un precario equilibrio, soprattutto a livello di ritmo, con qualche lungaggine eccessiva. Quando però trova la battuta giusta, come la presentazione della squadra al campione francese da parte del mister della Palmese (“il tiro più potente di tutto il Sud Italia”), riparte a velocità sparata. E tra le varie caratterizzazioni imprevedibili del film, c’è quella di Claudia Gerini che è la poetessa Adele Ferraro, tra le più riuscite. Non è un film di testa, ma soprattutto di cuore. Per questo contagia con la sua allegria e positività.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 31 marzo 2025 .