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In programma nei giorni:
ven 11 mar 2016 ore 21:00
sab 12 mar 2016 ore 21:00
sab 12 mar 2016 ore 21:00
dom 13 mar 2016 ore 16:30
dom 13 mar 2016 ore 21:00regia
Alejandro González Iñárritu
cast
Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter, Forrest Goodluck, Paul Anderson, Kristoffer Joner, Joshua Burge, Lukas Haas, Brendan Fletcher, Duane Howard, Arthur Redcloud, Melaw Nakehk'o, Brad Carter, Kory Grim, Robert Moloney, Christopher Rosamond, McCaleb Burnett, Grace Dove
durata
156
nazione
USA
uscita
16 gennaio 2016
genere
Avventura
distribuzione
20th Century Fox
produzione
Film d'essai:
Si
giudizio CNVF
altre info su
Ispirato a eventi realmente accaduti, Revenant – Redivivo è una storia epicasul tema della sopravvivenza e della trasformazione, sullo sfondo della frontiera americana. Costretti a lasciare il territorio incontaminato e sconosciuto del Nord Dakota dove stavano cacciando pelli e pellicce a causa di un attacco indiano che li ha decimati, i sopravvissuti della spedizione si affidano al leggendario esploratore Hugh Glass (Leonardo DiCaprio) per trovare una via di fuga sicura e tornare al loro forte. Le scelte di Glass, e la necessità di abbandonare nei boschi le pelli e il guadagno che rappresentano, suscitano l’ostilità del rude John Fitzgerald (Tom Hardy). Quando Glass viene ridotto in fin di vita dall’attacco di un’orsa, e il gruppo è costretto a separarsi, Fitzgerald abbandona il ferito al suo destino, considerandolo spacciato. Ma, nonostante le feriti mortali e la solitudine, Glass riesce a non soccombere. Grazie alla sua forte determinazione e all’amore che nutre per sua moglie, una indiana d’America, percorrerà oltre 300 chilometri in un viaggio simile a un’odissea, attraverso il grande e selvaggio West, per scovare l’uomo che lo ha tradito. Il suo inseguimento implacabile diventa un’epopea che sfida il tempo e le avversità, alimentata dal desiderio di tornare a casa e ottenere la meritata giustizia.
Sono gli anni Venti del diciannovesimo secolo. Soldati, esploratori, cacciatori di pelli, mercenari solcano i territori ancora sconosciuti d’America per trarne profitto. Glass è l’uomo che meglio di tutti i suoi compagni di spedizione conosce la terra impervia in cui si sono inoltrati. Il suo compito è riportare la compagnia al forte e tutto ciò che lo preoccupa è proteggere suo figlio, un ragazzo indiano. Lo scontro con un grizzly lo lascia in condizioni prossime alla fine. Il più arrogante della compagnia, Fitzgerald, si offre di restare per dargli sepoltura, ma lo tradisce orribilmente. La volontà di vendicarsi rimetterà in piedi Glass e darà inizio ad un’odissea leggendaria. Inarritu prende in carico il progetto che in prima battuta doveva essere di John Hillcoat e mette in scena un film quasi essenziale rispetto all’arabesco formale e narrativo che è stato spesso la bandiera del suo cinema: un film che ha la pretesa di affondare il coltello (e sono tanti gli affondi di lama) niente meno che nell’essenza, appunto, della natura dell’uomo. L’universo diRevenant – Redivivoè un universo manicheo: c’è la neve che gela e c’è il fuoco che scalda; c’è il rispetto della parola data e c’è il tradimento; infine, e soprattutto, ci sono due idee di uomo: quella incarnata da Glass, cui fanno da specchio altre figure, più attutite, e quella rappresentata da Fitzgerald, per cui Dio è un scoiattolo che compare quando ne hai più bisogno, e va divorato in fretta, senza pensarci su. La performance di Di Caprio, in gran parte (la parte migliore) quasi muta, non andrebbe oltre la sensazione dell’effetto speciale, ben assecondato ma costruito, se non fosse che il film, pur insistendo sull’aspetto estremo della lotta per la sopravvivenza – col racconto visivo delle più ardite pratiche chirurgiche e gastronomiche -, non lascia che il dolore fisico del protagonista superi lo strappo dell’anima, stringendoli in un unico nodo. Il personaggio di Hawk, di cui non c’è traccia nel libro di partenza né nella documentazione storica su Hugh Glass, è un’invenzione utilitaristica ma, in fondo, necessaria per scaldare la motivazione del protagonista e farne un “Gladiatore” dei ghiacci. Ad un cuore narrativo pulsante, benché a dir poco basilare, primitivo come l’ambiente geografico e umano in cui è ambientato, Inarritu accompagna un’estetica di sangue misto, che combina, da un lato, un’immersione letterale nella natura e nel western iperrealista e, dall’altro lato, un immaginario sentimentale sopra le righe, non proprio originale. In materia di dialogo come d’immagine e persino di colonna sonora, non manca, infine, qualche retorica di troppo (“Non ho paura di morire: sono già morto” è una battuta che andrebbe bandita causa abuso). Ai confini del mondo, il messicano Inarritu non incontra né Herzog né Malick: ritrova le proprie convinzioni cinematografiche, rinnova l’arte dello sfoggio, ma la semplificazione degli attori in gioco e la potenza dello spazio scenico, temperando il narcisismo, operano a vantaggio del film.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 22 febbraio 2016 .