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regia
Greta Scarano
cast
Matilda De Angelis, Yuri Tuci, Maria Amelia Monti, Ariella Reggio, Gloria Cocco, Paolo Hendel, Adriano Pantaleo, Christian Ginepro, Lorenzo Gioielli
durata
96
nazione
Italia
uscita
3 aprile 2025
genere
Commedia
distribuzione
01 Distribution
produzione
Groenlandia, Halong, con Rai Cinema, in collaborazione con Netflix
Film d'essai:
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altre info su
La Vita da Grandi, il film diretto da Greta Scarano, vede protagonista Irene (Matilda De Angelis), una giovane donna che vive a Roma, lontana dalla città in cui è nata, Rimini, e da un passato che ha cercato di lasciarsi alle spalle. La sua routine viene interrotta quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno e occuparsi del fratello maggiore, Omar (Yuri Tuci), un ragazzo autistico con un sogno ben preciso: diventare indipendente.Omar non ha alcuna intenzione di dipendere da Irene o da chiunque altro quando i loro genitori non ci saranno più. Ha un piano chiaro per il suo futuro: vuole sposarsi, avere tre figli – perché tre è il numero perfetto – e diventare un cantante rap famoso. Ma per riuscirci, prima di tutto, deve imparare a essere autonomo.Per Irene, il ritorno a Rimini si trasforma in un viaggio emotivo inatteso. Tra le mura della loro casa d’infanzia, carica di ricordi e sentimenti irrisolti, i due fratelli si ritrovano a condividere giorni intensi. Omar, con la sua determinazione e il suo mondo pieno di regole personali, sfida le certezze di Irene, costringendola a guardare la realtà con occhi nuovi.Quello che inizia come un compito imposto si trasforma in un’esperienza di crescita per entrambi. Irene diventa la guida di Omar in un percorso di piccole e grandi conquiste: prepararsi da solo, prendere decisioni, affrontare il mondo con sicurezza. Ma, nel farlo, si accorge che anche lei sta imparando qualcosa di fondamentale: crescere non significa solo prendersi responsabilità, ma anche fidarsi, lasciarsi andare e accettare che, a volte, si ha bisogno di qualcuno accanto.In un viaggio fatto di sorrisi, difficoltà e musica, Irene e Omar scoprono che diventare adulti non è mai un percorso solitario. Perché, in fondo, la vita da grandi si impara insieme.
Irene sta per comprare un appartamento a Roma con il suo compagno, ma viene richiamata nella sua città natale, Rimini, per occuparsi del fratello maggiore Omar. Sua madre deve partire per approfondire delle analisi mediche, suo padre l’accompagnerà e occorre prendersi cura di un fratello autistico che ha sogni ambiziosi. Per realizzarli la sorella prova a fargli un “corso intensivo per diventare adulti” che include la scelta di salire o meno sul palco di un talent show a esibirsi e coronare così il desiderio di una vita. Nel frattempo, grazie a Omar, sarà la stessa Irene a capire molto di se stessa e di cosa voglia veramente dalla vita.
Nel suo La vita da grandi mette tutto il suo cuore, la dolcezza e quell’approccio irriverente al mondo che restituisce sullo schermo attraverso la figura di Irene, interpretata al meglio da Matilda De Angelis. Una ragazza carismatica, dallo spirito rock e dalla battuta pronta, che ha scelto un compagno protettivo (Adriano Pantaleo) e una vita lontana dalla famiglia. Ma il nòstos, Omero insegna, è un viaggio inevitabile e pieno di peripezie da cui non si può che tornare cambiati. Specie se si ritorna nella casa abitata da un fratello speciale come Omar. Lo interpreta l’ottimo Yuri Tuci, attore autistico scovato per caso in rete grazie al trailer del suo spettacolo Out is me. Il ritorno di Irene nella sua vita cambierà entrambi, tutti e due dovranno crescere e confrontarsi con “la vita da grandi” del titolo. Ne sintetizza bene il senso Scarano che cofirma anche la sceneggiatura, l’adultità è la capacità di fare delle scelte. Anche sbagliate. Folgorata dal libro di Damiano e Margherita Tercon (i Terconauti) “Mia sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale”, Scarano firma una commedia garbata che parla di sogni, legami familiari, inclusione, ma anche chiassose cene familiari davanti al televisore, tra racconti, incomprensioni e recriminazioni (spicca la performance di Maria Amelia Monti, nel ruolo della madre legittimamente apprensiva). Al suo debutto nel lungometraggio la neoregista dimostra di avere già uno stile definito – chi aveva avuto modo di vedere il suo corto Feliz Navidad lo sapeva – e di non aver paura di osare una storia e un tema su cui era facile schiantarsi, sprofondando nella retorica o nel ricatto morale. Questo film riesce a evitare entrambi, puntando tutto sull’ironia e la verosimiglianza della messa in scena (finalmente un cinema italiano lontano dagli agi ostentati dell’alta borghesia, che mostra la quotidianità di famiglie “normali”), rendendo perdonabile a chi guarda qualche ingenuità di scrittura. Tanto è coinvolgente il racconto del legame che si rinsalda tra i due protagonisti, tra conflitti, risate, paure e speranze condivise. Affronteranno anche il tema cruciale per tutti i fratelli del mondo – specie per chi ha sorelle/fratelli con handicap – del “cosa fare dopo la morte dei genitori”.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 28 aprile 2025 .