In programma nei giorni:
gio 24 ott 2024 ore 21:00
Gli Indesiderabili
regia
Ladj Ly
cast
Anta Diaw, Alexis Manenti, Aristote Luyindula, Steve Tientcheu, Aurelia Petit, Jeanne Balibar, Judy Al Rashi, Mohamad Al Rashi, Djénéba Diallo, Bass Dhem, Gladys Chauvellier, Nizar Ben Fatma, Olivier-Pierre Richard, Philippe Collin (II), Stéfan Godin, Madeleine Baudot, François Perache, Corinne Valancogne, Abdelkader Hoggui, Christophe Van de Velde, Juliette Savary, Nabil Akrouti, Karim Lagati, Al-Hassan Ly, Saïdi Jemma, Imène Cherif, Mama Bouras
durata
101
nazione
Francia
uscita
11 luglio 2024
genere
Drammatico
distribuzione
Lucky Red
produzione
Film d'essai:
--
giudizio CNVF
altre info su

Gli Indesiderabili, il film diretto da Ladj Ly, si svolge in un sobborgo parigino disagiato. Habi (Anta Diaw) una giovane donna di origine maliana, è nata e cresciuta lì insieme a tutta la sua famiglia. Casa sua è in un palazzo fatiscente come gli altri ma è tutto quello che ha e ci è affezionata.
Quando il sindaco muore, al suo posto arriva Pierre (Alexis Manenti), un giovane medico alle prime armi nella politica. L’uomo è un idealista e vuole completare il progetto del suo predecessore, che è quello di rivalutare il quartiere.
Il problema è che questo intervento andrebbe a discapito della povera gente che ci vive e che si vedrebbe costretta ad abbandonare casa. Habi, che fa parte di un’organizzazione sociale che aiuta gli abitanti della zona, decide di prendere le misure necessarie per protestare contro le decisioni di Pierre.
Lotterà in prima fila per evitare che la sua famiglia e gli altri abitanti del quartiere vengano cacciati.

Haby vive nel Bâtiment 5, l’edificio 5, un enorme palazzo della periferia parigina, stipato di cose e persone di ogni età e provenienza, e lavora per un’associazione che cerca di aiutare le famiglie in difficoltà e i nuovi migranti facendo da ponte con le istituzioni. I problemi sono tanti, la convivenza non è sempre facile, ma gli abitanti del palazzo hanno faticosamente costruito in quelle stanze la loro casa e la loro comunità. Alla morte improvvisa del sindaco, però, la carica viene trasferita su un uomo ingenuo e spaventato, Pierre Forges, un pediatra senza grande esperienza politica che intende riqualificare il quartiere a suo modo e risponde alle provocazioni con la repressione. La giovane Haby gli tiene testa, avviando una battaglia politica per evitare l’abbattimento dell’edificio 5, ma la tensione tra gli opposti fronti si alza fino a deflagrare, la notte di Natale.
Meno agito e più “scritto” del capitolo precedente, questo nuovo affresco non è più ambientato nel comune realmente esistente di Montfermeil, nel dipartimento di Seine-Saint-Denis dove il regista Ladj Ly è cresciuto e si è formato, ma nell’agglomerato fittizio di Montvilliers, simbolo delle tante realtà, in Francia e in Europa, in cui la questione abitativa e quella dei cittadini di seconda e terza generazione si fondono in un nodo che le istituzioni tardano a sciogliere.
Lo sguardo del film è quello di Haby, una prospettiva femminile, dunque, che rifiuta tanto la logica del conflitto violento quanto l’esercizio della rassegnazione. Interrogata dal nuovo sindaco sulla sua identità, Haby risponde incarnando il tema del film: “Sono una francese di oggi”, dice, e così dicendo ripropone al mittente la questione identitaria, questa volta allargandola al paese intero, illuminando la necessità di ripensare le cose.
La via sognata da Haby è dunque quella della legalità e delle strutture della democrazia, ma è appunto un sogno. Attorno a lei monta un crescendo di soprusi e umiliazioni che non lesina simbolismi e citazioni ma manca della complessità e dell’imprevedibilità che avevano caratterizzato il capitolo di Montfermeil.
Per il tramite della sua Haby, paziente ma arrabbiata, acuta osservatrice di una realtà che ribolle, Ladj Ly vuole recapitare un messaggio, e sa farlo arrivare a destinazione, perché il film emoziona e non si fa dimenticare in fretta, ma paga il prezzo di doversi conformare a un obiettivo predominante, che ne mina in parte la libertà di espressione e lo costringe a un percorso più obbligato e angusto, simile a quello della bara che scende le scale strette in apertura di racconto, e ogni tanto va a sbattere contro la parete.

Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 17 settembre 2024 .