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regia
Pedro Almodóvar
cast
Antonio Banderas, Asier Etxeandia, Leonardo Sbaraglia, Nora Navas, Julieta Serrano, Penélope Cruz, Cecilia Roth, Eva Martín, Raúl Arévalo, Susi Sánchez
durata
113
nazione
Spagna
uscita
17 maggio 2019
genere
Drammatico
distribuzione
Warner Bros Italia
produzione
El Deseo
Film d'essai:
--
giudizio CNVF
altre info su
Dolor y Gloria, il film diretto da Pedro Almodóvar, racconta una serie di ricongiungimenti di Salvador Mallo (Antonio Banderas), un regista cinematografico oramai sul viale del tramonto. Alcuni sono fisici, altri ricordati: la sua infanzia negli anni ?60 quando emigrò con i suoi genitori a Paterna, un comune situato nella provincia di Valencia, in cerca di fortuna; il primo desiderio; il suo primo amore da adulto nella Madrid degli anni ?80; il dolore della rottura di questo amore quando era ancora vivo e palpitante; la scrittura come unica terapia per dimenticare l?indimenticabile; la precoce scoperta del cinema ed il senso del vuoto, l?incommensurabile vuoto causato dall?impossibilità di continuare a girare film. Dolor y Gloria parla della creazione artistica, della difficoltà di separarla dalla propria vita e dalle passioni che le danno significato e speranza. Nel recupero del suo passato, Salvador sente l?urgente necessità di narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua salvezza.
Il regista Salvador Mallo si trova in una crisi sia fisica che creativa. Tornano quindi nella sua memoria i giorni dell’infanzia povera in un paesino nella zona di Valencia, un film da cui aveva finito per dissociarsi una volta terminato e tanti altri momenti fondamentali della sua vita. Almodóvar (come si definisce ormai in forma icastica da tempo nei titoli di testa dei suoi film) torna ad essere Pedro (anche se sotto le mentite spoglie di Salvador Mallo) e ci parla di sé, del proprio malessere, della difficoltà di portare avanti il pavesiano mestiere di vivere sotto il cielo di Madrid. Lo fa tenendo sotto controllo quel tanto di automanierismo che progressivamente si era insinuato nel suo cinema e, soprattutto, lasciandosi andare sul piano emotivo. Ciò che non era accaduto in La mala educaciòn, film anch’esso legato al suo vissuto giovanile, avviene qui. Grazie anche alla scelta del giusto alter ego. Come Federico Fellini aveva trovato in Marcello Mastroianni chi poteva tradurre al meglio il se stesso cinematografico così Pedro Almodóvar ha nell’amico e attore Antonio Banderas una persona a cui può trasferireil proprio sentire più intimo con la certezza di non essere mai tradito, neppure in un incontrollato battere di ciglia. Perché non è facile mettersi a nudo dinanzi a milioni di persone raccontando senza edulcorazioni il proprio periodo di dipendenza dall’eroina così come lo stretto legame con una figura materna la cui perdita ancora si fa sentire in profondità. Si parla di un film rinnegato e poi riabilitato per finire con il prenderne di nuovo le distanze in Dolor y gloria. Si mostra come il teatro, con il suo contatto diretto con il pubblico, abbia una valenza ancestrale che conserva in maniera misteriosa anche quando è il cinema che lo mette in scena. Perché sicuramente questo è un film a cuore aperto in cui la speranza di poter rinascere dal liquido salvifico ma anche amniotico è dichiarata già in apertura ma è anche una matura e complessa riflessione sul cinema e sulla sua possibilità di esprimere ciò che può sembrare quasi indicibile.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 7 settembre 2019 .