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ven 12 apr 2019 ore 21:00
sab 13 apr 2019 ore 21:00
dom 14 apr 2019 ore 21:00
sab 13 apr 2019 ore 21:00
dom 14 apr 2019 ore 21:00
regia
Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi
cast
Claudio Bisio, Sarah Felberbaum, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Guglielmo Poggi, Roberta Volponi, Antonio Milo, Antonio Petrocelli, Franco Ravera, Marco Ripoldi, Marta Gastini, Angelo Zampieri, Ivano Marescotti, Cesare Bocci, Massimo Popolizio, Fabio Morici, Francesco Zenzola, Salvatore Costa
durata
96
nazione
Italia
uscita
28 marzo 2019
genere
Commedia
distribuzione
Vision Distribution
produzione
Film d'essai:
--
altre info su
Bentornato Presidente è il sequel di Benvenuto Presidente! e vede il Peppino Garibaldi (Claudio Bisio) che torna a portare scompiglio nei palazzi della politica. Ad affiancarlo, nei panni dell’amata Janis, c’è Sarah Felberbaum.
Sono passati otto anni dalla sua elezione al Quirinale e Peppino Garibaldi vive il suo idillio sui monti con Janis e la piccola Guevara.
Peppino non ha dubbi: preferisce la montagna alla campagna… elettorale. Janis invece è sempre più insofferente a questa vita troppo tranquilla e soprattutto non riconosce più in lui l’uomo appassionato che voleva cambiare l’Italia, di cui si è innamorata. Richiamata al Quirinale, nel momento in cui il Paese è alle prese con la formazione del nuovo governo e appare minacciato da oscuri intrighi, Janis lascia Peppino e torna a Roma con Guevara. Disperato, Peppino non ha scelta: tornare alla politica per riconquistare la donna che ama.
Nel cast del film troviamo anche Pietro Sermonti, Massimo Popolizio, Paolo Calabresi, Cesare Bocci, Ivano Marescotti, Antonio Petrocelli, Guglielmo Poggi e Marco Ripoldi.
Sono passati otto anni dalla sua elezione al Quirinale e Peppino Garibaldi vive il suo idillio sui monti con Janis e la piccola Guevara. Peppino non ha dubbi: preferisce la montagna alla campagna… elettorale. Janis, invece, è sempre più insofferente a questa vita troppo tranquilla e soprattutto non riconosce più in lui l’uomo appassionato, di cui si era innamorata, e che voleva cambiare l’Italia. Richiamata al Quirinale, nel momento in cui il Paese è alle prese con la formazione del nuovo governo e appare minacciato da oscuri intrighi, Janis lascia Peppino e torna a Roma con Guevara. Disperato, Peppino non ha scelta: tornare alla politica per riconquistare la donna che ama.
La squadra è cambiata. Alla regia non c’è più Riccardo Milani e Janis non è più Kasia Smutniak. Al loro posto ci sono Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi e Sarah Felberbaum. La qualità della proposta resta però immutata. Per diversi motivi. Innanzitutto perché bisogna chiedersi quanti siano gli attori italiani in grado di passare in un battito di ciglia, come Claudio Bisio sa fare, da una totale purezza di sguardo al brillare dell’idea acuta e pungente. Peppino Garibaldi non può non essere così. È come se avesse interiorizzato il monito evangelico: “Siate prudenti come serpenti e semplici come colombe”.
La semplicità sta alla base del suo vivere ma sa esercitare all’occorrenza la prudenza astuta del serpente. È quanto gli accade anche in questa occasione. Vuole riconquistare l’amore di Janis e finisce per ritrovarsi al centro di altri interessi, non tutti cristallini, anzi. La materia prima per l’atto secondo è stata fornita a Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano (produttore/soggettista in questa occasione) da ciò che è accaduto (e ancora accade) in Italia dal 4 marzo 2018 in poi.
Chiunque possieda whatsapp ha ricevuto in questi mesi fotomontaggi e/o battute che prendevano in giro l’attuale compagine governativa. I sostenitori duri e puri si sono indignati e si indignano. Gli altri (con numeri in progressivo aumento con lo scorrere dei mesi) hanno sorriso e riso. Non è mancata neppure (come deve sempre essere in un paese che voglia restare democratico) la satira televisiva in varie forme. Mancava però un elemento di sintesi, un’occasione per riflettere sul punto in cui siamo e a come ci siamo arrivati.
Questo film ce ne offre l’opportunità con una grande leggerezza che non si separa mai dalla profondità di sguardo. Nella parte che precede l’esito finale si sentono alcuni echi di L’ora legale di Ficarra e Picone con gli italiani sempre pronti a imporre la legalità agli altri, echi che sono peraltro dettati da un ineluttabile dato di fatto.
Tutto l’impianto però è purtroppo aderente a una realtà solo apparentemente trasfigurata dall’ironia. Quando ci viene ricordato che siamo in presenza di venditori di odio porta a porta (e non solo nei confronti dei migranti) ci viene offerta un’occasione per riflettere e non è l’unica perché l’intero film ne è costellato senza mai dimenticare di suscitare la risata.
C’è poi un’ulteriore considerazione da fare: il compito di Presidente del Consiglio, inizialmente scelto perché assolutamente manipolabile, non poteva che essere affidato a lui, a Peppino, cioè a Giuseppe. Provate ad associarlo con un cognome dei vertici della politica reale e il gioco sarà fatto.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 9 aprile 2019 .